La melatonina potrebbe aiutare a curare la sclerosi multipla
Durante l'autunno e l'inverno i tassi di recidiva dei pazienti sono inferiori del 32% rispetto al resto dell'anno.
La
melatonina è un ormone secreto prevalentemente, ma non solo, da una piccola ghiandola presente nel cervello e chiamata “ghiandola pineale” o “epifisi”. Questo ormone, estremamente importante in quanto regola il ritmo circadiano dell'organismo, è conosciuto e ampiamente utilizzato da milioni di persone che soffrono di disturbi del
sonno. Un recente studio condotto dal professor Mauricio Farez, un neurologo del Raúl Carrea Institute for Neurological Research (FLENI) di Buenos Aires, evidenzia tuttavia un’altra sua potenzialità: la
melatonina può dare sollievo anche ai pazienti affetti da sclerosi multipla (SM), una malattia neurologica debilitante che costringe i malati a periodi di “ridotta” lucidità mentale, oltre che ad una serie di effetti collaterali comunque importanti.
Una possibile soluzione potrebbe arrivare dalla
melatonina - Le cause scatenanti della sclerosi multipla sono ancora sconosciute, ma Farez e colleghi ritengono di aver individuato nella
melatonina un possibile rimedio. Per verificarne le potenzialità gli scienziati hanno testato l'effetto "stagionalità", per un intero anno, su 139 pazienti affetti da SM. I ricercatori si sono quindi resi conto che durante l’autunno e l’inverno i tassi di recidiva dei pazienti erano inferiori del 32% rispetto al resto dell’anno.
porta un rafforzamento del sistema immunitario e, nello specifico, delle cellule T regolatorie. Contemporaneamente l’ormone blocca la produzione delle cellule T nocive. Alcuni test condotti sui topi da laboratorio confermano la teoria. “La sclerosi multipla - spiega il professor Francisco Quintana, ricercatore del Brigham and Women’s Hospital di Boston (Stati Uniti) - è causata da un mix di fattori genetici e ambientali. Negli ultimi dieci anni però gli studi sulle cause si sono concentrati principalmente sulla genetica. Oggi sappiamo che i sintomi variano da stagione a stagione e in inverno questi si attenuano. Partendo da questa osservazione abbiamo voluto indagare quali fattori ambientali influenzano questo processo”.
Fonte:
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