Journal of Cardiovascular Disease Research - Lug-Sep 2011; 2(3): 153–155.
Auda Fares
Dip. Medicina Interna, Ospedale S. Johannes, Germania
Contatto: Dr. Auda Fares, Dip. Medicina Interna, Albert-Schlangen Str. 36 50181, Bedburg, Germania. Email: audafares@yahoo.com
Versione abbreviata
I disturbi del sonno sono un effetto collaterale dei betabloccanti molto diffuso. È stato provato che i betabloccanti riducono la produzione endogena della melatonina tramite un blocco specifico dei ricettori adrenergici beta. L’amministrazione esogena serale come integrazione potrebbe ridurre i tipici effetti collaterali (disturbi del sonno) degli antagonisti dei beta-adrenoricettori sul sistema nervoso centrale (SNC) e diminuire i rischi collegati alla diminuzione della sintesi della melatonina.
[…]
È stato provato che i betabloccanti riducono la produzione di melatonina tramite un blocco specifico degli adrenoricettori beta1. Due studi placebo-controllati con dei pazienti ipertesi per il controllo della relazione tra gli effetti collaterali sul sistema nervoso centrale (SNC) indotti dai betabloccanti e l’escrezione notturna di melatonina nell’urina hanno rilevato che gli effetti collaterali sul SNC (disturbi del sonno, incubi) sono correlati alla diminuzione del livello di melatonina indotta dai betabloccanti.[6]
TESTI CITATI
6. Brismar K, Mogensen L, Wetterberg L. Depressed melatonin secretion in patients with nightmares due to beta-adrenoceptor blocking drugs. Acta Med Scand. 1987;221:155–8. [PubMed]