Nobel 2017, l'importanza delle scoperte premiate in Chimica, Fisica e Medicina



Mentre cresce l’attesa per il premio Nobel dal più alto carico simbolico, quello per la Pace (la cui premiazione è prevista per domani 6 ottobre), risulta utile un approfondimento sull’importanza delle scoperte scientifiche che hanno ricevuto il premio Nobel per la Chimica, la Fisica e la Medicina.

Nobel 2017 Medicina: ai tre scienziati statunitensi Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, “per le loro scoperte dei meccanismi molecolari che controllano il ritmo circadiano”, ovvero il cosiddetto “orologio biologico” che l’uomo e altre specie viventi possiedono e che ne condiziona le attività della giornata. Sono ben noti, ad esempio, i sintomi negativi correlati al cosiddetto jet-lag da viaggio aereo a lunga distanza, in cui si crea uno sfasamento fra l’orario “interno” del corpo e quello “esterno”, dato che l’organismo non ha il tempo di abituarsi alla nuova situazione ed è come se “rimanesse” all’orario del luogo di partenza. Non solo: avete mai fatto caso che di sera i valori della pressione sanguigna sono più elevati? Anche questo è dovuta all’influenza del ritmo giorno-notte sull’organismo. E anche l’assunzione di melatonina per favorire il sonno non è altro che un potenziamento della fisiologica produzione di melatonina da parte dell’epifisi quando cala il buio notturno. Ebbene, grazie al lavoro dei tre scienziati, nel 1984 Hall e Rosbash e nel 1992 Young, si arrivò a comprendere come facesse tale “orologio biologico” ad essere così preciso: in particolare, scoprirono i tre geni che, tramite le proteine da loro riprodotte, regolavano finemente tale meccanismo. Tali scoperte sono state decisive per lo sviluppo di una nuova branca della biologia, la biologia circadiana, con tante implicazioni importanti sulla salute umana.

Nobel 2017 Fisica: ad altri tre scienziati USA, Barry C. Barish, Kip S. Thorne e Rainer Weiss (quest’ultimo di origini tedesche), “per i decisivi contributi al rilevatore LIGO e l’osservazione delle onde gravitazionali”. Intendiamoci: l’esistenza delle onde gravitazionali era già stata prevista da Einstein proprio 100 anni prima della scoperta degli scienziati statunitensi, nel 1916 con la sua teoria della “relatività generale”. Ricordiamoci brevemente: secondo Einstein, la gravità stessa è dovuta alla curvatura indotta da una massa sul “telo” dello spazio-tempo; dunque, scontri tra masse di notevole portata avrebbero potuto indurre una “scossa” al telo tale da essere percebile fin da noi, sulla Terra. Einstein non credeva fosse possibile riuscire a rilevarle: ci sono riusciti i tre scienziati, ideatori del sensibilissimo interferometro LIGO e di un progetto che ha coinvolto centinaia di scienziati in tutto il mondo, compreso un importante contributo italiano (dato che un altro interferometro, VIRGO, è proprio in Italia). La conferma delle ipotesi di Einstein mette un altro tassello nella complicatissima comprensione dell’Universo, la nostra “casa”.

Nobel 2017 Chimica: allo svizzero Jacques Dubochet, al tedesco-statunitense Joachim Frank e allo scozzese Richard Henderson “per lo sviluppo della microscopia microelettronica per determinare la struttura delle biomolecole ad alta risoluzione”. Il carattere rivoluzionario della scoperta, arrivata negli anni Ottanta, è presto spiegato: tale tecnica di microscopia ha consentito di vedere la struttura delle molecole a livello di aggregati atomici, una risoluzione d’immagine impensabile fino ad allora e che, chiaramente, ha portato a comprendere molto più a fondo i meccanismi biologici e lo sviluppo di terapie e biotecnologie più mirate. Ma non è stato un risultato facile: i tre scienziati hanno dovuto superare i limiti dei metodi precedenti, che alteravano le molecole osservate, arrivando a “congelare” i campioni osservati con una speciale tecnica detta “vitrificazione” che, senza creare cristalli (dannosi per le molecole), conservasse la forma naturale delle molecole.

Fonte: Social Periodico

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