Viaggi verso mete esotiche e lontane, un sogno che sempre più turisti realizzano durante le vacanze estive. Ma quanto più lontana è la meta, tanto maggiori saranno i fastidi legati all'attraversamento di molti fusi orari. È il jet lag, quell'insieme di malesseri, sbalzi d'umore, disturbi del sonno, stanchezza, che colpiscono il viaggiatore che attraversa i continenti.
Per non rovinarsi i primi giorni di vacanza una volta arrivati a destinazione (nonchè quelli del ritorno), occorre prepararsi. Alcuni accorgimenti permettono di superare buona parte dei fastidi dovuti al cambio di fuso orario. Un recente studio del Research Institute for Sport and Exercise Sciences della Liverpool John Moores University, pubblicato sulla rivista The Lancet, ha fatto il punto su questa sindrome e sui sistemi per "riaggiustare" l'orologio biologico.
Innanzitutto si deve tener conto della direzione verso cui si viaggia: è stato dimostrato che, spostandosi verso est, è necessario 50% in più di tempo per riadattarsi rispetto a quando si viaggia verso ovest.
Il disturbo dura circa 2-3 giorni, arrivando fino a un massimo di 7-10 giorni per i viaggi verso est che hanno comportato l'attraversamento di 8-12 fusi orari. L'organismo, abituato all'alternarsi delle ore di luce e quelle di buio, fatica infatti ad adeguarsi allo sfasamento rispetto al luogo di partenza.
Avverte Luigi Ferini Strambi, responsabile del Centro di Medicina del Sonno dell'Ospedale S. Raffaele Turro (Milano): "Bisogna tenere presente quanto dura il viaggio aereo, il numero dei fusi orari che si attraverseranno, e la permanenza nella località di destinazione. Se il cambio di fuso rimane entro le tre ore o il soggiorno dura meno di tre giorni, non occorre difendersi dal jet lag. Le "tattiche" iniziano quando si superano questi numeri.
In questo caso si deve mettere in atto una graduale tecnica di pre-adattamento alla nuova situazione. Se ad esempio vado a New York (quindi viaggiando verso ovest), tre-quattro giorni prima della partenza inizierò ad andare a dormire a un po' più tardi del solito orario, svegliandomi dopo al mattino. Farò ovviamente il contrario se programmo un viaggio verso est, in Cina ad esempio. Si può iniziare ad adattare anche l'orario dei pasti, soprattutto viaggiando verso Oriente". Un'abitudine diffusa è quella di prendere integratori a base di melatonina.
Questa sostanza, prodotta dal nostro organismo, è un ormone secreto dalla ghiandola pineale, posta alla base del cervello, durante le ore notturne: tra le due e le quattro del mattino la sua concentrazione nel sangue è massima, e diminuisce con l'arrivo del giorno. Un elevato tasso di melatonina è il segnale per il nostro "orologio" interno che è tempo di dormire.
Ricorda Ferini Strambi: "La melatonina viene utilizzata spesso come un ipnotico, quando invece il suo compito è appunto quello di regolarizzare il ritmo sonno/veglia. Inoltre non ha un effetto immediato. Ne va presa una dose di 3-5 milligrammi.
Se il viaggio è verso Oriente la si assume nel tardo pomeriggio del giorno in cui si è arrivati, se verso Occidente prima o durante il volo aereo (generalmente mattutino). Nel viaggio 'occidentale' si può eventualmente assumere un leggero ipnotico la prima sera, mentre in quello verso Oriente il farmaco va preso la seconda e terza notte".
di Alessandra Margreth
articolo tratto da La Repubblica